Referendum indetti a scuola e mozioni di alcuni partiti politici riportano al centro del dibattito l’uso scolastico di grembiule e velo islamico.
Il dibattito sul grembiule scolastico, che periodicamente torna a infiammare le discussioni, ha recentemente visto una nuova evoluzione in una scuola di Palermo, dove è stato organizzato un referendum per coinvolgere direttamente gli alunni nella decisione di adottarlo o meno. A votare saranno gli stessi alunni, mentre sul piano politico, si sviluppa un altro annoso dibattito, quello sul velo islamico sempre nelle scuole.
La vicenda che riguarda l’uso del grembiule in una scuola palermitana sembra quasi surreale: alcuni studenti protestano contro quest’obbligo e la dirigente scolastica, invece di respingere la richiesta, ha deciso di trasformarla in un’opportunità educativa, invitando gli studenti stessi a partecipare attivamente alla decisione attraverso un referendum.
Non sappiamo come andrà a finire, ma è stata avviata una sperimentazione, durante la quale gli studenti hanno riposto il grembiule nello zaino, indossandolo solo in momenti specifici come la mensa. Dalla Sicilia alla Puglia e nello specifico nel Salento, dove in un istituto comprensivo è stato adottato il grembiule verde, pensato per combattere gli stereotipi di genere fin dai primi anni di scuola.
Il colore è stato scelto con delle motivazioni, ovvero come simbolo di speranza per un futuro più uguale, rappresentando un passo verso un ambiente scolastico dove la parità di genere sia la norma. Non tutti la pensano così e anzi c’è chi critica questa scelta, in quanto un semplice cambiamento nel colore del grembiule non può risolvere da solo le problematiche legate alla percezione di genere e alla disforia di genere.
Non solo il grembiule, ma anche il velo indossato dalle ragazzine di fede islamica sta diventando oggetto di un dibattito, che si alimenta di giorno in giorno con nuove proteste, mozioni e anche decisioni che portano molta discussione. In una scuola friulana, le studentesse che indossano il niqab vengono controllate dai docenti prima di entrare in classe, per verificare la loro identità.
Si tratta di una decisione che riguarda esclusivamente cinque ragazze e quello che risulta incredibile è che non solo quella scelta di sottoporre a controllo delle adolescenti non è stata messa in discussione, ma che addirittura è stata considerata in qualche modo troppo permissiva. La dirigente scolastica giustifica questa decisione con l’intento di evitare che le ragazze abbandonino la scuola.
Ha quindi replicato alle critiche, assicurando che il fine sia il completamento del ciclo scolastico, mentre una delle ragazze coinvolte ha spiegato che non vi è alcuna costrizione familiare dietro il fatto di indossare un velo. Dal centrodestra, però, viene rilanciata la necessità di vietare l’uso del velo integrale nelle scuole e negli edifici pubblici, considerandolo un simbolo di sottomissione e un problema di sicurezza.
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