Le cinque serie TV post-apocalittiche da vedere immediatamente

Serie TV post-apocalittiche, se ami il genere sono queste le cinque da vedere immediatamente. Tolgono il fiato.

Scenario post-apocalittico
Serie TV post-apocalittiche (Alberghierofiuggi.it)

Il genere post-apocalittico è sicuramente uno dei preferiti al mondo. Non tanto per la trama in sé quanto soprattutto per la capacità di suscitare nello spettatore delle riflessioni profonde dettate dallo scenario estremo che, per quanto possa essere a prima vista improbabile, fa riflettere su una possibile personale reazione in quella circostanza. Le serie TV post-apocalittiche raccontano un mondo che non esiste ma che potrebbe esserci ed è questa la molla che fa scattare in testa a chi la guarda.

Scenari particolari dove quello che prevale è quasi sempre l’istinto di sopravvivenza, mettendo anche a dura prova i valori, sia personali che collettivi. Sono tante le serie post-apocalittiche proposte negli anni, ma ce ne sono alcune rispetto ad altre che hanno lasciato il segno e sono ad oggi considerate le più belle di sempre. Prodotti che hanno lasciato un’impronta, ecco perché se non le avete ancora viste è il caso di aggiornarvi.

Le cinque serie post-apocalittiche più belle di sempre

Fallout
Cinque serie post-apocalittiche (Alberghierofiuggi.it)

Tra le cinque serie post-apocalittiche più belle di sempre non può mancare The Last of Us. Adattamento del videogioco omonimo del 2013, la serie è ambientata nel 2023 – lo stesso anno di uscita – e racconta le conseguenze derivanti da una pandemia da cordyceps che ha decimato la popolazione mondiale. Inutile soffermarsi sul coinvolgimento che questa serie può suscitare vista anche la pandemia nella quale ci siamo trovati tutti nel 2020, tre anni prima del debutto della serie. Spicca per la sua qualità narrativa elevatissima che rispetta il videogioco ma impreziosisce la visione con approfondimenti inediti. L’impatto emotivo è veramente notevole.

Altra serie TV interessante dello stesso genere ed uscita nel 2024 è Fallout. Anche questa si basa su una saga videoludica, lo scenario è un futuro alternativo dove la Guerra Fredda non è mai finita è il mondo è devastato da un conflitto nucleare nel 2077 dove i sopravvissuti sono costretti a vivere nei bunker sotterranei convinti di essere gli ultimi rimasti. Almeno fin quando qualcuno lascerà il suo rifugio per scoprire in realtà cosa c’è in superficie. In Fallout si nota molto la satira sociale ed anche uno stile conforme al videogioco da cui è ispirato.

Scenario distopico ed una realtà non tanto lontana

Altra serie apocalittica che merita parimenti attenzione è The Handmaid’s Tale; tratto dal romanzo di Margaret Atwood, racconta di un regime totalitario nato dal fanatismo religioso e crisi demografica. Dove le donne purtroppo sono private di ogni diritto e sono divise in classi; tra queste le Ancelle, costrette a diventare strumenti di riproduzione. La serie si distingue da quelle finora citate perché non racconta uno scenario improbabile, ma una distopia tristemente possibile.

Si prosegue con Sweet Tooth disponibile su Netflix. Tratta dal fumetto di Jeff Lemire, racconta un mondo viziato da un virus letale che ha fatto nascere bambini ibridi, metà umani e metà animali. Il piccolo protagonista infatti è metà cervo ed ha i sensi amplificati. Un mix di sopravvivenza, paura e speranza, tanto da dare al genere post-apocalittico una tenuta più pura e ingenua. Magari consigliato a chi non è proprio amante del genere o chi vuole iniziare ad approcciarsi.

L’ultimo (o il primo) della cinquina

Infine Silo. Chi l’ha visto sa che è un intreccio ricco di mistero. Si basa sulla trilogia di Hugh Howey e come suggerisce il termine stesso la location è un silo sotterraneo composto da 144 piani dove la comunità vive sotto rigido controllo. Ovviamente inaccessibile il mondo esterno, chi chiede di uscire viene esiliato e non trova più ritorno. La serie ha lo scopo di esplorare il tema della censura nonché il peso del controllo sull’informazione. Le serie post-apocalittiche continuano a conquistare il pubblico perché danno uno spunto per riflettere su chi siamo e su cosa potremmo diventare.

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